Domenica 16 si vota per le primarie al “veleno” del Pd. Due gli appelli a disertare le urne

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”Una vergogna”, una ”farsa”, un congresso ”politicamente già saltato”, un dibattito congressuale ”svilente”. Dai ricorsi alle diffide, agli insulti, le primarie per il nuovo segretario Pd nelle Marche si svolgono domani in un clima incandescente. Due i candidati, il consigliere regionale Francesco Comi, 42 anni, esponente di AreaDem, e il sindaco di Monsano Gianluca Fioretti, 52 anni, vicino all’area di Pippo Civati. Bocciata invece dalla Commissione nazionale di garanzia la candidatura del sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli (FOTO) (renziano della seconda ora, collocato a sinistra di Comi), poiché primo cittadino ancora in carica per due mesi. Un’esclusione che ha suscitato polemiche e carte bollate, e ha spaccato trasversalmente il partito, anche ai massimi livelli. I due marchigiani nella segreteria di Matteo Renzi, Matteo Ricci, vice presidente nazionale, e la deputata Alessia Morani, responsabile della Giustizia, si sono schierati uno con Ceriscioli e l’altra con Comi, e giù a scendere litigi e fratture fra gli altri parlamentari, i segretari provinciali, assessori e sindaci. Ceriscioli, Ricci, la sen. Camilla Fabbri hanno dichiarato ufficialmente che non andranno a votare, mentre il sindaco e molti suoi sostenitori invitano i militanti all’astensione.

Nel mirino, la presunta ”spartizione correntizia” delle segreterie Pd nelle regioni, che vedrebbe le Marche appannaggio di AreaDem. Comi e Fioretti gettano acqua sul fuoco, ”il Pd non appartiene ai candidati ammessi alle primarie e nemmeno a quelli non ammessi”, e le due anime del partito schierate con loro accusano i pesaresi di ”arroganza”. Sullo sfondo, la battaglia per le elezioni regionali del 2015 e le future alleanze, mentre c’è già chi invoca un congresso straordinario subito dopo le amministrative. La Commissione nazionale congressuale aveva tentato una mediazione (il rinvio del voto di una settimana, per dar modo ai supporter del sindaco di Pesaro di individuare un nuovo candidato), ma l’operazione è fallita. ”Questo clima di conflitto esasperato dovrà essere attentamente valutato, per interventi successivi, dagli Organismi dirigenti nazionali del Pd” hanno scritto nero su bianco i commissari. Domani urne aperte in circa 200 seggi. ”Se sarà un flop – osserva Ceriscioli, docente di matematica – lo vedremo confrontando il dato dell’affluenza con quelli delle primarie Renzi-Cuperlo e delle regioni vicine”. Si preparano ‘osservatori’ ai seggi per il timore di brogli (tipo non far pagare i due euro ai non iscritti). Cose mai viste nell’ex Pci e ora Pd delle Marche, dal 2009 guidato da Palmiro Ucchielli, segretario uscente sosia di Lenin.

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LUCA CERISCIOLI – SINDACO DI PESARO

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