“Un porto espugnato dal fango”, l’appello della Comunità parrocchiale del Porto

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FANO – Giovedì scorso, in occasione della festa di San Giuseppe, nella Chiesa del Porto di Fano il Vescovo Armando Trasarti ha rivolto una preghiera particolare perchè Dio illumini tutti a individuare soluzioni rapide che salvaguardino il lavoro portuale di tanta nostra gente che sul mare ha speso la propria vita. Anche la Comunità parrocchiale del Porto si unisce a questa accorata supplica e fa appello a chi ha responsabilità civili ed economiche ad adoperarsi per sbloccare quanto prima la grave situazione dei fanghi del porto di Fano che da anni sta limitando l’attività lavorativa dei pescatori fanesi. I vecchi pescatori raccontano che da oltre quarantanni non si realizza più il dragaggio del canale Albani e del porto, una volta ricco di oltre 120 pescherecci ora ridotti quanto le dita di una mano. Operazione fondamentale che prima veniva effettuata regolarmente ogni anno, probabilmente favorita da una legislazione più permissiva. La Parrocchia del Porto è preoccupata per l’impoverimento della zona e per il futuro di centinaia di famiglie che, direttamente o indirettamente, vivono del lavoro del mare. Le diverse amministrazioni che si sono avvicendate negli anni alla guida del Comune hanno sempre promesso interventi mirati per sanare questa grave situazione con l’unico risultato di un’attesa estenuante che ha solo aumentato la precarietà del lavoro della nostra gente e soprattutto l’abbandono del porto perchè i natanti che vi entrano poi si insabbiano. La crisi economica del momento non favorisce di certo la soluzione di tanti problemi ma si dovrebbe pur dare un’attenzione primaria a ciò che qualifica una città e il porto di Fano ha pur diritto di essere messo tra le priorità di una amministrazione perché è stato fonte di lavoro per migliaia di persone. Il problema insoluto dell’acqua fangosa che scende in mare dal canale Albani e i fanghi inquinanti del porto obbligano tutte le parti responsabili ad individuare quanto prima la soluzione definitiva del problema senza ulteriori indugi altrimenti la burocrazia diventa più importante delle persone e gli interessi particolari di enti privati e strutture politiche affondano definitivamente il diritto al lavoro dei cittadini. Anche per questo motivo tante famiglie di pescatori hanno preferito indirizzare i figli verso altri lavori e verso altri lidi più redditizi. Tutti dovremmo ancora riflettere su quella famosa espressione di Tito Livio nelle sue Storie: “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, come a dire “mentre nei palazzi della politica si discute e si dibattono i problemi, il porto di Fano viene espugnato dai fanghi”.

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