Sindaco Ricci: “Nel 2015 Pesaro prima città delle Marche con l’Unione”

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PESARO – La battaglia sulla sanità da portare avanti, l’Unione dei Comuni e «Pesaro prima città delle Marche entro la fine dell’anno», il cambio di passo sulla strategia unica per «contenitori culturali», il lavoro e i dossier aperti sulle infrastrutture. A sei mesi da quel «Discorso alla città», cornice della sua candidatura, Matteo Ricci torna da dove era partito. Questa volta non più solo, ma «accompagnato» dalla sua squadra di assessori. E alla Pescheria, intervistato da Michele Romano, parla di tutto.

Responsabilità. «Il 61 per cento? Ci dà grande responsabilità, c’è molto da correre. E’ quello che proveremo a fare. Ho trovato una città ben amministrata. Non ci sono debiti: non è poco. Anche le società – Marche Multiservizi, Aspes, Pesaro Parcheggi, Adriabus – non hanno problemi gestionali. Ma la città è profondamente cambiata dal punto di vista socioeconomico. Vado a piedi in Comune: ci metto 40 minuti da Corso XI settembre. Per strada, otto su dieci ti fermano perché non hanno lavoro. I problemi sono più grandi di noi, sono all’interno del contesto Paese, ma dal basso dobbiamo fare la nostra parte. La pubblica amministrazione deve avere un atteggiamento differente. Il paradigma del pubblico? Sostenere, agevolare, snellire, incentivare. Bisogna chiedersi: ‘Come possiamo supportare la creazione di posti di lavoro e progetti?’. E’ questa la priorità».

Giorni da sindaco. «Qualcuno pensava che avrei fatto solo il sindaco? Si sbagliava: Pesaro deve stare dentro il dibattito regionale e incidere verso Ancona. Perché ci sono aspetti da cambiare profondamente. Sul lato nazionale, i rapporti con Roma stanno vivendo una stagione di forza e periodicità che va messa a frutto. Pensiamo al porto: 5 milioni di euro sbloccati per il dragaggio e la riqualificazione di banchine ed edifici. I lavori partiranno la prossima settimana. Modernizzando il porto commerciale, lo renderemo più accessibile, vivace e attraente. La prossima estate avremo il doppio dei posti barca. L’operazione deriva dalla capacità di dire la nostra sul contesto nazionale. In parallelo, Camilla Fabbri ci sta aiutando a sbloccare altri 5 milioni per la cassa di colmata. Anche questa è Pesaro nazionale. Altro esempio: ai Comuni si impedisce l’acquisto in permuta? Dal basso, abbiamo posto la questione a Roma. Il dossier per superare il vincolo è già sul tavolo del presidente del consiglio. Magari non ci riusciremo, ma intanto con le relazioni ci proviamo. E riprenderemo anche i progetti di ‘città della musica’ e nuova caserma, usando tutti i canali possibili».

«Solo annunci? Cose fatte». «Abbiamo tolto le tasse comunali a chi apre un’impresa. In centro non chiediamo nulla in cambio, nelle altre aree la condizione è che ci sia almeno un posto di lavoro che nasce. E’ un’azione già approvata, sta contagiando altri Comuni ed è arrivata al ministero dell’Economia, che la sta valutando per applicarla su scala nazionale. Perché è sostenibile per i conti dello Stato, un investimento sui futuri contribuenti e potrebbe generare un effetto positivo per la ripresa e per gli investitori. Il nostro schema? Un flusso costante di interscambio tra autonomie locali e livello nazionale».

Rodari. «Ci siamo ritrovati un’emergenza, l’abbiamo gestita bene nonostante la strumentalizzazione. Da parte nostra c’è stata massima trasparenza. Abbiamo fatto tutte le analisi possibili e ora si stanno facendo ancora, a lavori in corso. La copertura su via Recchi si farà quando saremo certi al cento per cento che lo stirene non ci sia più. L’obiettivo? Meteo permettendo, riportare i bambini in via Recchi dopo Natale. Nel frattempo, abbiamo chiesto all’Asur di fare analisi periodiche, perché capiamo le preoccupazioni dei genitori. Quindi, nonostante il parere positivo dell’Asur e dell’Istituto Superiore di Sanità, è giustamente uno strumento in più di controllo».

Riorganizzazione. «Siamo scesi da 18 a 11 dirigenti, entro la fine di settembre completeremo la riorganizzazione della macchina comunale. Intanto, risparmiamo 250mila euro all’anno. Dal prossimo anno, quelle risorse le metteremo sulla rimodulazione delle tariffe nido. Perché per certe fasce il costo è ancora alto. L’obiettivo è aumentare le iscrizioni ai nidi. Non sono solo servizi ma elementi essenziali della crescita della persona».

Turismo. «Voglio una città tranquilla. Ma non significa avere una città morta. Già quest’estate c’è stata una sterzata, con il venerdì pesarese, che renderemo stabile. Le feste in spiaggia, la musica dal vivo, l’estate lunga. Serve un cambio di mentalità. Stiamo ristrutturando l’economia: significa far crescere servizi e turismo. Con l’estate lunga abbiamo fatto un grande spot. E’ stata in ogni caso un’operazione di immagine: siamo passati come una delle principali località balneari nei giorni di Ferragosto, quando in realtà siamo forse la 500esima in classifica. E’ stato un messaggio. A Fiorenzuola faremo gli stati generali del turismo a fine ottobre. Punteremo sul San Bartolo per il turismo ambientale. E su Rossini va costruito un brand della città, non solo nei 20 giorni del Rof. Dobbiamo costruire una strategia generale. L’obiettivo è passare, in questi anni, dall’8 al 20 per cento del Pil prodotto dal turismo. Così compenseremo i punti persi sulla manifattura. La spiaggia per chi ha i cani? Sono d’accordo, ma deve essere un’area di qualità. Non deve diventare una ‘mondezza’. Il modello che c’è a Fano non mi convince. Riflettiamo sulla forma gestionale, lo strumento è il piano spiaggia».

«Sburocratizzare». «Abbiamo dimezzato gli oneri di urbanizzazione per chi costruisce o ristruttura in classe a. Credo molto nell’efficientamento energetico, l’edilizia del futuro non sarà quella del passato. Csotruire nel costruito non deve essere uno slogan. L’obiettivo è fare partire cantieri, perché l’edilizia è importante per trainare il resto dell’economia. Velocizzare è necessario: abbiamo abolito la commissione edilizia. Un organismo che non serviva più. Ora si risparmia un mese di tempo sulle pratiche. E’ un segnale per agevolare gli investimenti».

Unione. «Bisogna razionalizzare: in primis sulle partecipate. In più, c’è il tema dell’Unione dei Comuni: giovedì in agenda l’incontro con i sindaci. Decideremo chi ci sta e chi non ci sta. Entro la fine di settembre porteremo la delibera di indirizzo, poi il piano di fattibilità, entro la fine dell’anno statuto e regolamento. Sono già disponibili Gabicce, Gradara e Mombaroccio; Vallefoglia ora dialoga. Più difficoltà, più per ragioni politiche, su Montelabbate e Tavullia. Ma è un cambio amministrativo quasi rivoluzionario. Un’ innovazione: significa mettere insieme pianificazione, dare all’Unione dei Comuni autonomia finanziaria. La metà dei Comuni ci sta, altri ci stanno ragionando ma entro la fine dell’anno Pesaro sarà la prima città delle Marche».

Sanità. «Abbiamo fatto gli ‘stati generali’ della salute. Mi sarei aspettato una partecipazione un po’ diversa da parte dei medici. Per tutta la campagna elettorale mi hanno fatto una testa tanto sulle cose che non andavano. Poi negli incontri pubblici nessuno ha detto mezza parola. Noi abbiamo aperto una trattativa forte e spigolosa con la Regione. Tutti sanno di che partito sono. Ma chi fa il sindaco devi indossare solo una casacca, quella della città. Le richieste? Invertire la tendenza sul budget: negli ultimi anni siamo stati tra i più penalizzati dai tagli, che hanno aumentato liste d’attesa e mobilità passiva. Su questo ci sono state date risposte positive, con l’annuncio del ripristino di sei milioni e mezzo di euro. E’ probabile che alla fine ci siano anche risorse in più. E’ il punto di partenza. Poi c’è il modello organizzativo da ridiscutere: non convince nessuno, neanche Fano. Il terzo aspetto è il nuovo ospedale. E’ irrealistico pensare che se non è stato fatto in 10 anni si realizzi ora, in 5 mesi. Abbiamo chiesto all’assessore Mezzolani di fare una comparazione delle aree nello studio di fattibilità. In consiglio comunale abbiamo indicato Muraglia, perché riteniamo che costi di meno. Per noi così si risparmiano almeno 30 milioni. E’ un elemento di novità nella discussione. Credo che il nuovo ospedale non si possa realizzare con pochi soldi pubblici di partenza, basandosi sulle trasformazioni immobiliari. Se l’edilizia è in gran parte ferma, è difficile e irrealistico.La battaglia continua. Non voglio creare frizioni ma risolvere problemi. Lo dico fuori dai denti: Penso che se l’ospedale nuovo non si è fatto a Pesaro non è per colpa di Mezzolani, piuttosto di Spacca. Che non ci ha mai creduto, ha mandato avanti l’assessore nel processo e poi non gli ha dato risorse e strumenti per concretizzarlo. Il tema del nuovo ospedale ce lo giocheremo con la prossima Regione. I medici se ne vanno? La qualità si fa anche con le risorse. Sono grato a quelli che restano. Abbiamo professionisti straordinari. Hanno ancora tante energie e competenze, ma bisogna lavorare con gli strumenti giusti: qualità degli ambienti e qualità migliorativa, qualità delle attrezzature».

Cultura. «Siamo in un’altra era geologica. L’idea della cultura assistita è finita. Confermiamo i nostri investimenti, ma non basta. Il Comune non ha le risorse che aveva in passato, la Provincia non c’è più sulle politiche culturali. Le difficoltà di Banca Marche si ripercuotono negativamente sulla fondazione Carisp. Abbiamo bisogno di mettere in campo un progetto culturale della città che leghi investimenti del Comune, risorse europee, opportunità regionali e nazionali. Ma serve anche portare dentro l’interesse del privato. Il ragionamento che facciamo non è sulle fondazioni musicali, che rimarranno tali, ma sui contenitori culturali: possiamo pensare a una fondazione ‘Pesaro cultura’ che abbia la gestione della Pescheria, dei teatri, dei musei civici, dell’Oliveriana, della San giovanni. In un progetto che vada in un’unica direzione. Anche per intercettare risorse. Altrimenti le cose non stanno in piedi e muoiono. I problemi? Non sono gli 80mila euro dell’Oliveriana ma costruire una strategia unica. Perchè la San Giovanni o l’Oliveriana devono avere due direzioni diverse? Un’unica gestione facilita l’integrazione tra i contenitori culturali».

Vecchio palas. «Avrei voluto fare il doppio delle cose. Ma è complicato per i soldi, per le procedure, per la burocrazia. Vorrei aggredire nei prossimi mesi il tema del vecchio palas. L’Aspes sta studiando il progetto. Penso a un’ operazione vintage. Ho chiesto un progetto di ristrutturazione minima, che ci consenta di avere uno spazio da 1500 posti. I grandi eventi si faranno all’Adriatic Arena, dove si rifarà la copertura. Nel vecchio hangar sarebbe straordinario già nella prossima stagione riportare il Rof. E avere una sala da mille posti per i congressi. E anche per lo sport ‘minore’. Scavolini ha confermato il suo impegno a darci una mano. Ci sarà la ristrutturazione di viale Marconi la prossima estate, a maggior ragione l’operazione avrebbe senso. Su Pesaro Studi, invece, se l’università conferma la strategia del decentramento vanno fatti tutti gli sforzi possibili per spostarla in centro».

Centro. «Ho chiesto di disincentivare fortemente i negozi sfitti. Se fosse per me raddoppierei le tasse a chi tiene negozi sfitti nel centro storico. C’è bisogno di incentivare la nuova impresa e disincentivare chi non affitta, sperando che il prezzo salga. Dal prossimo sabato al Mercato delle Erbe inauguriamo il weekend con le attività. Lo diamo in gestione gratis, con un bando quadriennale, a chi ci vuole provare. Idem per Palazzo Gradari, per ravvivare il centro. L’occupazione e l’economia? Ripartiranno anche quando ripartirà il nostro Paese. Ma noi, dal basso, dobbiamo continuare a fare la nostra parte».

100 giorni da sindaco ricci

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