Seconda Giornata Nazionale del Teatro in Carcere

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MARCHE – Il 27 marzo 2015 sarà celebrata la Seconda Giornata Nazionale del Teatro in Carcere (iniziativa istituita nel 2014), in occasione della 53a Giornata Mondiale del Teatro (World Theatre Day) indetta dall’Istituto Internazionale del Teatro presso la sede UNESCO di Parigi, organismo quest’ultimo che ha accolto calorosamente l’idea di promuovere l’evento in partnership con i sottoscrittori del Protocollo d’Intesa per una maggiore promozione del Teatro in Carcere in Italia stipulato  il 18 settembre 2013 tra il Ministero di Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria tramite l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari e il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere (organismo costituito da oltre quaranta esperienze teatrali diffuse su tutto il territorio nazionale, con sede legale a Cartoceto-Pesaro e Urbino presso la redazione della Rivista Europea “Catarsi Teatri delle diversità”, che ha dato i natali alla Rete tra gli operatori nell’ambito della XI edizione del proprio convegno internazionale a Urbania nel gennaio 2011).
Riconosciuta la forte valenza di risocializzazione che ha il teatro per le persone detenute l’obiettivo è di realizzare in ogni regione una Scuola di formazione professionale di arti e mestieri collegati al Teatro, al Cinema, all’Arte e alla Cultura in generale, si darà il via  il 27 marzo a tutte le celebrazioni che le decine di compagnie che operano in più di cento carceri italiane hanno organizzato.
 
Nelle Marche le attività di Teatro in tutti i 7 istituti penitenziari (presenti sul territorio  sono possibili grazie ad un sostegno Regionale dell’Assessorato alle Politiche Sociali, ai sensi della LR 28/08 e attraverso un Progetto che coinvolge vari operatori teatrali, frutto di un Protocollo d’Intesa condiviso dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, dalle direzioni degli Istituti Penitenziari, dagli Ambiti Territoriali Sociali di riferimento aventi l’ATS 1 di Pesaro come capofila e soggetto gestore. 
 
Sono 5 gli Istituti coinvolti nella Regione con iniziative realizzate a partire dalla prima settimana di marzo. È stata la Casa Circondariale di Pesaro, che con una tradizione decennale di eventi a cura dell’Associazione Teatro Aenigma a favore della Giornata Mondiale del Teatro, ha aperto il Cartellone sabato 7 marzo organizzando a favore della popolazione detenuta, lo spettacolo “Appeso a un filo”  del marionettista Remo Di Filippo, formatosi in Spagna ma originario di Offida. Dal 17 al 21 marzo, inoltre, la Compagnia Lo Spacco, composta da 12 detenuti e detenute nella Casa Circondariale di Pesaro, ha presentato a tutte le sezioni interne ed al pubblico di 4 Istituti Scolastici autorizzati all’ingresso in carcere, il proprio nuovo lavoro “Davanti alla legge” liberamente ispirato ai testi Il Processo e Lettera al padre di Franz Kafka ed al romanzo Gli occhi di Eleonora di Vincenzo Lerario, uno degli attori coinvolti, con la regia di Vito Minoia e Romina Mascioli.  Il 27 marzo, per l’evento nazionale, sarà un pomeriggio tutto dedicato al teatro in cui la Casa Circondariale di Pesaro aprirà i cancelli al pubblico esterno precedentemente autorizzato. Alle ore 14.00, dopo la lettura del Messaggio Internazionale per la 53a Giornata Mondiale del Teatro (quest’anno scritto dall’attore e regista polacco Krzysztof Warlikowski), il pubblico incontrerà la Compagnia “Lo Spacco” autrice dello Spettacolo “Davanti alla legge”  con una delegazione della Scuola Media “Galilei” di Villa Fastiggi che sta allestendo con la classe IIB, uno spettacolo ispirato a “La tana” di Franz Kafka interagendo creativamente con la Compagnia interna al carcere. Verrà poi presentato il “Progetto Kafka” (Pesaro, aprile-maggio 2015): un’iniziativa rivolta a persone detenute in permesso lavorativo all’esterno del carcere e ad altri cittadini di Pesaro interessati, nell’ambito dell’azione “La Comunità accogliente”a cura del Teatro Aenigma, diretta dal regista Francesco Gigliotti che il 27 marzo  presenterà una breve performance con alcuni allievi universitari di Urbino, ispirata al romanzo America di F. Kafka.
 
La Casa Circondariale di Ancona Montacuto aderisce all’evento nazionale con l’inaugurazione di due laboratori teatrali rivolti ai detenuti delle sezioni “comuni” e “alta sicurezza”  dell’istituto. Le prime lezioni sono programmate per martedì 24 marzo alle ore 9.00 e alle ore 13.00 con la lettura ed il commento del Messaggio internazionale dell’attore e regista polacco Krzysztof Warlikowski a cura del Teatro Aenigma e con il coinvolgimento attivo dei partecipanti al corso.
  
Il 26 marzo alle ore 15.00 presso la Casa di Reclusione di Fossombrone va in scena, invece, “…dedans Moliére” (… dentro Moliére), spettacolo del Laboratorio Teatrale Integrato Sezione Levante, con gli attori della Compagnia Teatrale La Pioletta, Progetto artistico e regia di Fabrizio Bartolucci, organizzazione e coordinamento di Silvia Fumelli. Il lavoro, che ha debuttato il 31 gennaio scorso nel teatro dell’istituto, è la prima tappa di un progetto multimediale ispirato e dedicato al grande drammaturgo francese e prende spunto da uno dei testi atipici e più conosciuti dedicati alla sua figura: “La vita del signor de Moliére” di Michail  Bulgakov. Un viaggio immaginario realizzato per quadri da una compagnia di ‘comici per caso’ o, parafrasando il titolo di una famosa piece, di ‘comici per forza’.
 
Il Cartellone Regionale è arricchito da una preziosa collaborazione istituita tra la Casa Circondariale di Marino del Tronto (Ascoli Piceno), dove è attivo il laboratorio teatrale condotto dall’Associazione Kinematosti,e l’Associazione Tesori Tecuperati, che ha permesso ad alcuni detenuti attori di partecipare nel ruolo dei servitori di Violetta Valery all’allestimento dell’Opera lirica “La Traviata” di Giuseppe Verdi, in programma il 21 marzo all’Auditorium del Palacongressi si San Benedetto del Tronto e il 26 marzo al teatro Comunale di Teramo.
Prosegue in questo modo l’attività avviata il 19 dicembre 2014 con la partecipazione di detenuti all’Opera lirica “Catone in Unica” presso il Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno.

Ancora in Ancona, presso la Casa di Reclusione Barcaglione, carcere a custodia attenuata, con la regia di Francesca Marchetti, a cura dell’Associazione Art’O, andrà in scena il 30 marzo alle ore 15.00 la prima rappresentazione dello spettacolo “Macbeth” di William Shakespeare. L’amore, la solitudine, la trasgressione, la paura, l’angoscia, il male (un male analizzato nella sua natura, nelle conseguenze che provoca, nelle reazioni che suscita, nei mezzi di cui si avvale per penetrare nel tessuto umano) sono alcuni dei temi trattati nella messa in scena che ha coinvolto cinque attori detenuti in articolo 21 (lavoro all’esterno dell’istituto).
 
Il programma marchigiano ben figura all’interno del Cartellone Nazionale della Seconda Giornata di Teatro in Carcere, consultabile nel Sito Internet www.teatrocarcere.it , al quale hanno aderito, alla data del 22 marzo 2015, 54 Istituti Penitenziari, 16 altre istituzioni, 8 enti regionali per un totale di 74 eventi in 16 Regioni.
 
Si allega la traduzione italiana del Messaggio per la 53a Giornata Mondiale del Teatro di Krzysztof Warlikowski (con una sintetica nota biografica sull’autore), che sarà letto nel corso di tutte le iniziative organizzate.

RominaMascioli
Ufficio Stampa Teatro Aenigma  tel.3336564375,e.mail  mascioli.uffistampa@alice.it
www.teatroaenigma.it

Didascalie Immagini allegate
1-2 Il Marionettista Remo Di Filippo inaugura le manifestazioni per la 2a Giornata Nazionale del Teatro in Carcere e 53° Giornata Mondiale del Teatro (World Theatre Day) nella Casa Circondariale di Pesaro. 7 marzo 2015 – Foto di Umberto Dolcini.
3 Davanti alla legge – Spettacolo della Compagnia Lo Spacco e Teatro Aenigma – Casa Circondariale di Pesaro 19 marzo 2015 – foto Umberto Dolcini
4 Krzysztof Warlikowski. foto Bartek Warzecha

teatro in carcere

APPROFONDIMENTO
 
International Theatre Institute ITI
World Organization for the Performing Arts
 
 
27 marzo 2015 –  MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO
 
I veri maestri del teatro è più facile trovarli lontano dal palcoscenico. E in genere non hanno alcun interesse per il teatro come macchina che replica convenzioni e che riproduce cliché. I veri maestri del teatro cercano la fonte pulsante, le correnti viventi che tendono a oltrepassare le sale di spettacolo e le folle di persone curve a copiare un mondo o un altro. Noi copiamo, invece di creare mondi che si concentrino o che dipendano da un dibattito con il pubblico, dalle emozioni che si gonfiano sotto la superficie. Ma in realtà non vi è nulla che possa rivelare le passioni nascoste meglio del teatro.

Il più delle volte mi rivolgo alla prosa per avere una guida. Giorno dopo giorno mi trovo a pensare a scrittori che quasi cento anni fa hanno descritto profeticamente, ma anche in maniera misurata, il declino degli dei europei, il crepuscolo che ha immerso la nostra civiltà in un buio che deve ancora essere illuminato. Penso a Franz Kafka, Thomas Mann e Marcel Proust. Oggi vorrei anche includere John Maxwell Coetzee  in quel gruppo di profeti.

Il loro senso comune della inevitabile fine del mondo- non del pianeta, ma del modello delle relazioni umane- e dell’ordine sociale e del suo sconvolgimento, è di grande attualità per noi qui e ora. Per noi che viviamo dopo la fine del mondo. Che viviamo davanti a crimini e conflitti che scoppiano ogni giorno in nuovi luoghi, persino più velocemente di quanto i media onnipresenti non riescano a seguire. Questi incendi diventano rapidamente noiosi e spariscono dalle cronache, per non tornare mai più. E ci sentiamo impotenti, inorriditi e circondati. Non siamo più in grado di innalzare torri, e i muri che ostinatamente costruiamo non ci proteggono da niente- al contrario, essi stessi chiedono una protezione e una cura che consumano gran parte della nostra energia vitale. Non abbiamo più la forza per cercare di intravedere ciò che sta oltre il cancello, al di là del muro. E questo è esattamente il motivo per cui il teatro dovrebbe esistere e il luogo dove dovrebbe cercare la sua forza. Per gettare uno sguardo laddove è vietato guardare.

“La leggenda cerca di spiegare ciò che non può essere spiegato. Poiché è radicato nella verità, deve finire nell’inspiegabile”- così Kafka descrive la trasformazione della leggenda di Prometeo. Sento fortemente che le stesse parole dovrebbero descrivere il teatro. Ed è quel tipo di teatro, che è radicato nella verità e che trova la sua fine nell’inspiegabile, che auguro a tutti i suoi lavoratori, quelli sul palco e quelli tra il pubblico, e lo auguro con tutto il mio cuore.

Krzysztof Warlikowski
Traduzione dall’inglese : Roberta Quarta –  Centro Italiano International Theatre Institute
Preghiamo di indicare sempre i riferimenti alla traduzione
 
 
Breve nota biografica su Krzysztof Warlikowski
Krzysztof Warlikowski (Polonia, 1962) è tra i più importanti registi europei della sua generazione. In collaborazione con la scenografa Małgorzata Szczęśniak, Warlikowski crea eccezionali immagini teatrali. Nel lavoro, il metodo da lui adottato prevede che gli attori scandaglino gli angoli più reconditi della loro creatività. Nella sua opera di regista, ha creato nuovi modi di mettere in scena Shakespeare, ha effettuato interpretazioni rivoluzionarie di tragedie greche, ma è noto anche per le sue regie di autori contemporanei. La sua produzione “Cleansed” di Sarah Kane, nel 2002, ha riscosso successo al Festival d’Avignone e al Festival de Théâtre des Amériques di Montreal, rappresentando un momento decisivo per la presenza internazionale di Warlikowski.
Dal 2008 è direttore artistico del Nowy Teatre di Varsavia, dove ha diretto, fino ad oggi, quattro spettacoli basati su adattamenti: “(A)pollonia” (2009), “The End” (2010), “African Tales by Shakespeare” (2011) e “Kabaret warszawski” (2013). Attualmente lavora all’adattamento teatrale di “A la recherche du temps perdu” de Marcel Proust. Al Nowy, Warlikowski ha creato una visione personale del ruolo e del posto del teatro nella società, coinvolgendo gli spettatori nel dibattito. Il suo motto per il teatro è diventato: «Fuggire dal teatro».

4 krzysztof warlikowski foto bartek warzecha

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