Regionali, Liste civiche favorevoli al dialogo con Marche 2020

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MARCHE – C’era anche l’ex sindaco di Fano Stefano Aguzzi all’incontro con la stampa di Marche 2020, in cui è stata annunciata la disponibilità del presidente della Regione Gian Mario Spacca a ricandidarsi alla testa di una formazione centrista. Ad Aguzzi, indicato come possibile candidato di un raggruppamento di liste civiche, si sono rivolti a più riprese Spacca e il presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi, parlando della possibilità di allearsi con le civiche. Al tavolo dei relatori, oltre al coordinatore regionale di Ncd Francesco Massi, e ad Amedeo Ciccanti, della direzione nazionale dell’Udc, anche l’ex europarlamentare di Mre Luciana Sbarbati. Tra il pubblico il capogruppo di Ncd Mirco Carloni e l’assessore regionale Paola Giorgi, che ha aderito all’intergruppo Marche 2020.

Le liste civiche hanno accolto ”con soddisfazione” l’apertura del presidente Gian Mario Spacca, ”che ha dichiarato di considerare le civiche interlocutore privilegiato nella costituzione di una coalizione allargata per le prossime regionali”. Lo afferma il portavoce Roberto Gambelli. ”Noi – si legge in una nota – avevamo già annunciato la nostra disponibilità a dialogare con tutte le forze civiche e politiche moderate, e Marche 2020 rientra tra queste. Avevamo però annunciato anche che non accetteremo dettami e condizioni poste dall’alto, decise da altri e che non condividiamo, così come non è nostra intenzione imporre le nostre condizioni se non sono condivise. Massima apertura, quindi, al dialogo con Marche 2020, con cui sono già in programma incontri la prossima settimana. Ma il dialogo potrà andare a buon fine solo se il candidato alla presidenza, oltre alle linee guida del programma, saranno condivisi da entrambi”

Gian Mario Spacca infatti, ieri ha annunciato la ricandidatura con centro nelle Marche.

Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca rompe con il centrosinistra e si ricandida per il terzo mandato alla testa di una formazione centrista: il suo partito Marche 2020, fondato da lui e dal presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi come associazione politico-culturale, e in prospettiva Area Popolare, il soggetto politico ma non ancora giuridico, formato da Ncd e Udc. Il Pd grida al ”tradimento” e gli chiede di trarre le conseguenze dalla sua scelta. Il coordinatore nazionale degli alfaniani Gaetano Quagliariello ha già ufficializzato, anche a nome del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, il sostegno di Ap al progetto di Spacca. La discesa in campo oggi in una conferenza stampa, dopo due convention e mesi di attesa. Spacca al momento è l’unico candidato governatore espresso dal centro in Italia: restano da definire a breve varie questioni relative appunto alla creazione di Ap, e per le Marche, la posizione di una parte della dirigenza regionale dell’Udc che vorrebbe confermare l’alleanza di centrosinistra con il Pd. “Aspettiamo Ap e intanto veniamo facendo” ha detto oggi il governatore, citando un vecchio detto marchigiano. “Oggi – ha aggiunto – partiamo con Marche 2020 e con un candidato che sono io. Metto a disposizione la mia persona per un percorso di condivisione e verifica con altre liste e candidati, per fare le Marche più forti. Mi sembra corretto e naturale vista la mia esperienza”. E’ la sua esperienza alla guida della Regione per dieci anni – racconta – e quella con l’associazione Marche 2020 a spingerlo a mettersi a disposizione: la convinzione che, nella prospettiva di “anni di crisi ancora più difficili di quelli che abbiamo vissuto” e di un ridimensionamento di importanza, ruolo e risorse delle Regioni, le istituzioni debbano “aprirsi alla comunità regionale”. Più tranchant il giudizio di Solazzi: “non possiamo consegnare l’istituzione Regione alla burocrazia di un partito”. Cioè il Pd, che ha rifiutato di ricandidare Spacca e ha detto no alle sue proposte politico-programmatiche. La proposta di Spacca e Solazzi è aperta a varie anime politiche (dal cattolicesimo popolare, al riformismo, al socialismo, ai moderati, ai civici) ma soprattutto “ai cittadini”. Il governatore, che in un certo senso torna a casa (viene dal Ppi e dalla Margherita, è stato iscritto al Pd “per tre anni”), spera che ci sia un dibattito “sereno, serio ed equilibrato”, in particolare vuole fare chiarezza con il candidato del centrosinistra Luca Ceriscioli (Pd) sulle risorse della Regione. Ma non si illude. E infatti la reazione del Pd è uno tsunami di dichiarazioni incandescenti: “vergogna” tuona il segretario regionale Francesco Comi, mentre lo stesso Ceriscioli paragona governatore e presidente del Consiglio regionale a “Razzi e Scilipoti” e il capogruppo regionale Mirco Ricci lo invita a “trarre le conseguenze”. Ma Spacca non ritiene di dover dare le dimissioni, perché “la legislatura è finita. Sfiducia? Si vedrà in Consiglio regionale”. Intanto il centrodestra (Fi, Fdi-An e Lega) si prepara a bordo campo. Il coordinatore di Fi Remigio Ceroni è pronto ad un accordo “subito”. E la proposta programmatica di Marche 2020 potrebbe piacere ad uno schieramento conservatore: tornare a creare reddito, centralità dell’impresa, sicurezza sui livelli assistenziali in collaborazione tra pubblico e privato, semplificazione. In serata intanto Spacca va a Rivisondoli per una manifestazione di Ncd per svolgere una relazione su uno dei maggiori risultati del suo governo: l’istituzione della Macroregione Adriatico-Ionica.

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