Regionali, Ceriscioli: “Giunta di tre donne e tre uomini. Sfida aperta in aula a M5S e Lega” – VIDEO

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MARCHE  – Una giunta di tre donne e tre uomini, con il ricorso quasi certo ad un assessore esterno donna, per rispettare l’equilibrio di genere, e una “sfida aperta” in consiglio al Movimento 5 Stelle e a Fdi-Lega Nord, “se vorranno ritrovarsi in un contributo costruttivo” per il bene della comunità. Luca Ceriscioli, nuovo presidente Pd delle Marche, eletto con il 41,1% dei consensi, tiene la seconda conferenza stampa in meno di 12 ore nel suo quartier generale all’Hotel Seeport di Ancona. Anticipa i primi passi che farà (riorganizzazione della macchina regionale e variazione di bilancio, “per coprire capitoli di spesa rimasti senza risorse”) ma ragiona anche sull’avanzata del voto di protesta, il forte astensionismo, la sconfitta clamorosa del governatore uscente Gian Mario Spacca, un ex Pd ricandidato con Marche 2020-Ap, Fi e Dc. “Ha prevalso il voto a favore del cambiamento – osserva -, fondato da una parte sul ruolo costruttivo del centrosinistra, e dall’altra sullo scontento, la rabbia, la ricerca del capro espiatorio incarnata da Lega e M5S”. “Ben al di sotto dei sondaggi meno favorevoli” invece il risultato di Spacca e della sua lista, “di chi ha contato sul passato come rifugio per affrontare il futuro”. Il tema politico più significativo è tuttavia l’astensione al 50%, “un obiettivo di mandato” per il nuovo presidente. La disaffezione alle urne si può recuperare, secondo Ceriscioli, “puntando sulla partecipazione, la lotta agli sprechi e la trasparenza, che sono alla base del programma del centrosinistra”. Non ci sono pregiudizi rispetto al dialogo con le forze di opposizione, anche se il risultato della coalizione vincente è netto, e in aula il centrosinistra potrà contare su 18 consiglieri su 30 (15 del Pd), numeri che “garantiscono la piena governabilità”. Per la composizione della giunta bisognerà aspettare qualche giorno, un incontro con i partiti dell’alleanza (premiati dal voto i laici di Uniti per le Marche, meno bene i Popolari Marche-Udc), ma si sa già che Ceriscioli guarda a un mix di competenze, territori, risultati delle singole forze politiche, con il minimo ricorso ad assessori esterni, che rappresentano un costo. Il governatore lascerà la vice segreteria del Pd, partito che dopo i veleni del congresso ha ritrovato l’unità, e come prima uscita andrà a salutare i suoi ormai ex alunni dell’Istituto tecnico industriale di Urbino, “per ringraziarli della strada fatta insieme”. Il 5 a 2 del Pd alle regionali lo considera “soddisfacente”, anche se pesa molto il risultato della Liguria, frutto della “deflagrazione delle primarie”. Quanto al Veneto, Ceriscioli vede una somiglianza fra lo stile di governo di Luca Zaia e il suo, da oggi ‘sindaco delle Marche’: “il governatore del Veneto si spende moltissimo sul territorio, a contatto con i cittadini e le comunità, come ho fatto io quando ero sindaco di Pesaro”. (ANSA)

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