Marta Ruggeri sulla sanità: ecco cosa dicono davvero gli atti

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FANO – Il consiglio monotematico sulla sanità dello scorso 6 aprile si è rivelato l’ennesima farsa. È quello
che abbiamo pensato apprendendo increduli che già il 26 marzo un’importante azienda del territorio
aveva presentato un progetto per la realizzazione dell’ospedale di Muraglia con la discutibile
tecnica del project financing. Credete che se ne sia parlato nel corso della seduta consiliare
interamente dedicata al tema? Nossignore. Mentre chiedevamo a gran voce al Presidente Ceriscioli
di adoperare più trasparenza nei processi decisionali che riguardano la tutela della salute, il
governatore ci nascondeva deliberatamente uno snodo cruciale e forse definitivo per la conclusione
della vicenda dell’ospedale nuovo (o unico?). I nostri consiglieri regionali hanno già cercato di
rimediare presentando un accesso agli atti. A dirla tutta, non rimaniamo stupiti più di tanto, visto
che siamo abituati a leggere sui giornali notizie taciute ai consiglieri o dichiarazioni che
contraddicono quelle rilasciate pochi giorni prima in sede istituzionale.
Stamattina il Sindaco Seri, noncurante di questo atteggiamento che continua a dimostrare il
profondo disprezzo provato da Ceriscioli nei confronti del consiglio comunale di Fano e dei
cittadini fanesi in generale, si dice piacevolmente sorpreso per la presentazione del progetto.
Contento lui! D’altronde, in questo periodo il Sindaco è troppo impegnato a costruire la narrazione
elettorale che dovrà spacciare il totale disastro della sua linea politica sulla sanità per una vittoria.
“Fano passerà da zero a due ospedali” sarà il refrain incessante, preparato dalla sua comunicazione
pagata con soldi pubblici, che ci accompagnerà per un anno, fino alle prossime elezioni comunali.
Seri ripete che, nel 2012, con la complicità della Giunta Aguzzi, la Regione voleva realizzare un
ospedale unico provinciale chiudendo il Santa Croce e vendendone la struttura. Solo grazie alla sua
battaglia si prevede ora il mantenimento del Santa Croce anche dopo l’ultimazione della nuova
struttura di Muraglia.
Ma come stanno davvero le cose? Facciamo parlare gli atti ufficiali. È vero che l’ospedale
propriamente unico era previsto nel Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2014, ora scaduto, e in
una delibera di giunta regionale del 2012 che lo localizzava a Fosso Sejore con il beneplacito della
Giunta Aguzzi. Ma è altrettanto vero che il piano sanitario non è mai stato sostituito e la delibera
del 2012 è stata modificata solo relativamente al sito (Muraglia), ma per il resto è valida in tutto e
per tutto, confermata da un’ulteriore delibera del 2016. L’ “unificazione strutturale” rappresenta
tuttora uno degli obiettivi consacrati nell’Atto Aziendale di Marche Nord.
La svendita delle strutture che ospitano il Santa Croce, l’ex ospedaletto, il San Salvatore, il palazzo
di vetro e altro, così come la loro riconversione a destinazione terziario-residenziale, è prevista nello
studio di fattibilità predisposto dall’Azienda Marche Nord nel luglio 2014, quando Seri si era già
insediato, tuttora valido (sempre fatta salva la modifica relativa al sito) e ripreso da una delibera del
2016. Quindi di cosa va cianciando Seri, che all’epoca straparlava di difesa del Santa Croce, ma
solo fino alla costruzione dell’ospedale unico, e iniziava una fallimentare battaglia per Chiaruccia
senza dire una sola parola su questi documenti?
I due ospedali favoleggiati ora dal Sindaco, cioè il Santa Croce “formato mignon” e la clinica
privata menzionati in un protocollo dal valore pressoché nullo finché non sarà convertito in un atto
ufficiale della Regione, offriranno una serie di servizi che, sommati tra loro, non raggiungeranno
neppure lontanamente quelli di un solo ospedale di primo livello, che riteniamo ciò di cui hanno
davvero bisogno i cittadini di questo territorio, a maggior ragione dopo lo smantellamento delle
strutture dell’entroterra.

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