Italiano morto in Tunisia: prende corpo pista omicidio

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TUNISI – Massimo riserbo da parte delle autorità tunisine sulle circostanze della morte del docente italiano trovato cadavere nella sua abitazione di Sidi Bou Said, nella notte tra il 3 ed il 4 febbraio. Ieri è stata fatta l’autopsia, durata quattro ore, ma nessuna notizia sui suoi esiti è trapelata dagli inquirenti. Al fratello Cataldo, a Tunisi da tre giorni, è stato impedito di nominare un perito di parte e di poter vedere il corpo di Massimo. Fonti locali che hanno in qualche modo avuto accesso agli atti parlano però di morte per accoltellamento. Prende dunque sempre più corpo l’ipotesi della morte violenta o della rapina finita male. Si scava anche nella vita privata del docente italiano, nessuna ipotesi è esclusa, compresa la pista passionale, la polizia sta interrogando in questi giorni tutti i suoi amici e conoscenti al fine di poter capire chi si potesse trovare con lui nelle ultime ore della sua vita. Alcuni vicini pare abbiano sentito urla provenire dalla sua abitazione nel cuore della notte, ma le notizie sono ancora frammentarie e confuse. Massimo Bevacqua, 42 anni, professore di lingua italiana all’Università di Cartagine e all’Istituto italiano di cultura di Tunisi, originario di Rossano Calabro, noto arabista, insegnava a contratto anche in Italia presso le Università di Roma e Urbino, e viveva in Tunisia dove era stimato ed apprezzato da colleghi e studenti. Oggi verrà celebrata una messa per la sua scomparsa presso la Cattedrale di Tunisi.

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