Horizon 2020: il Consorzio Marche Biologiche riconosciuto esempio europeo di filiera avanzata di agricoltura bio

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2014

MARCHE – E’ stato approvato il progetto europeo di ricerca in agricoltura biologica, dal titolo “OK-Net Arable – Organic Knowledge Network Arable”. Il progetto ha l’obiettivo di mettere in rete scienziati, tecnici di campo e agricoltori biologici di tutta Europa, per condividere i risultati della ricerca scientifica e le soluzioni tecniche identificate dagli agricoltori stessi nel coltivare i seminativi con il metodo dell’agricoltura biologica, negli ultimi trent’anni.

Capo-fila del progetto è l’IFOAM Europa e 14 sono i partner che parteciperanno al progetto triennale, finanziato dal Programma Comunitario HORIZON 2020 per un importo pari a quasi 2 milioni di euro. L’intero consorzio copre in totale 13 Paesi in ogni angolo d’Europa, offrendo quindi un’equilibrata rappresentazione di condizioni climatiche, geografiche e socio-economiche molto diverse. Numerose sono le istituzioni di ricerca presenti nel partenariato, tra cui FiBL, Elm Farm Centre e Institut Technique de l‘Agriculture Biologique.

Il CONSORZIO MARCHE BIOLOGICHE rappresenta, nel progetto, l’unico esempio europeo di filiera avanzata del frumento duro biologico. I soci del Consorzio marchigiano saranno invitati a costituire “gruppi d’innovazione” e testare in campo soluzioni innovative per migliorare la fertilità del terreno, contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico, e controllare efficacemente infestanti e parassiti. Nello stesso tempo, gli agricoltori suggeriranno al partenariato le soluzioni identificate da loro stessi nel corso della lunga esperienza di coltivazione biologica, andando ad arricchire così il bagaglio complessivo della conoscenza raccolta ed elaborata dal progetto, in un processo di “co-innovation”.

Gli altri due importanti partner italiani sono l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica e l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari.

L’approccio multi-disciplinare sarà cruciale in OK-Net Arable, sia a livello comunitario, con i partner scientifici e le associazioni di agricoltori che coordineranno congiuntamente le iniziative, sia a livello locale, con gli agricoltori, i tecnici agricoli e i ricercatori che collaboreranno insieme nei “gruppi di innovazione contadina”.

Naturalmente questo riconoscimento ha suscitato grande soddisfazione da parte delle cooperative agrobiologiche aderenti al Consorzio Marche Biologiche, così riassunta dal presidente Francesco Torriani: «Certamente ci inorgoglisce l’approvazione del progetto nell’ambito del Programma Comunitario HORIZON 2020, ma si tratta di un passaggio per la nostra filiera biologica di grande responsabilità per il ruolo guida che sta assumendo a livello regionale, nazionale e comunitario. In un contesto di crisi generale che colpisce ogni settore, il comparto dell’agricoltura biologica e in particolare la filiera marchigiana biologica sta registrando trend di crescita in controtendenza, a dimostrazione che l’innovazione di prodotto e di processo, declinata in chiave ecologica nel settore dell’agricoltura, può essere una delle strategie da seguire per l’uscita dalla crisi del nostro Paese».

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IL CONSORZIO MARCHE BIOLOGICHE SOSTIENE IL BIOLOGICO MARCHIGIANO

E VALORIZZA I PROTAGONISTI DELLA FILIERA BIOLOGICA REGIONALE

Dal 2010 un supporto concreto fatto di assistenza, formazione e promozione agli oltre trecento produttori e cinque cooperative agrobiologiche associate

Da quattro anni il Consorzio Marche Biologiche (www.conmarchebio.it) riunisce in un’unica filiera gli agricoltori biologici della Regione. Con Marche Bio – promosso da Gino Girolomoni Cooperativa, Italcer, La Terra e il Cielo Cooperativa, Montebello Cooperativa e Terra Bio – progetta e realizza nuove strategie comuni per rafforzare il biologico marchigiano, favorendo il miglioramento della qualità gestionale delle aziende agricole attraverso azioni specifiche come: l’informazione agli operatori della filiera, la promozione, lo sviluppo di nuovi prodotti, l’assistenza agli agricoltori per la partecipazione al sistema di controllo e certificazione, nuovi investimenti strutturali e tecnologici.

1 COMMENT

  1. Magari fosse tutta questa controtendenza col prodotto che quand’anche ottimo, e non solo in termini di metodo biologico ma proprio nei parametri assoluti di qualità bio-chimiche/organolettiche, è sempre svalorizzato per creare un profitto a cui chi lo persegue poco importa se in mezzo dovrebbe esserci una trasformazione (nonché commercializzazione) etica, l’importante è far quadrare i conti, e che conti, tutto il resto non viene considerato; né il fattore umano né tanto meno quello ambientale vengono mai presi con la serietà e la giustezza che richiedono. In ogni caso viva l’agricoltura, quella vera, unica, biologica.

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