Fusione Aset, Capodagli: “C’è chi solleva dubbi e presenta ai cittadini inesattezze”

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FANO – “Sono sorpresa e amareggiata per la presa di posizione di chi solleva dubbi e presenta ai cittadini inesattezze sulla fusione tra Aset Spa e Aset Holding”. Lo dice la presidente di Aset Spa, Lucia Capodagli, rispondendo “a chi non ha fatto verifiche serie e approfondite, solo per dare la solita idea di una società pubblica che spreca e non funziona” .
Tralasciando gli aspetti burocratici, “perché si tratta di leggi e norme che si devono rispettare”, la presidente di Aset Spa entra nel merito delle questioni sollevate dagli esponenti di Fano 5 Stelle ed UDC.
“La mole di lavoro svolta finora – spiega – pesa come se fossi in azienda da 10 mesi: al contrario, mi sono insediata da nemmeno quattro e tanto è stato fatto anche rispetto al capitolo risparmi”. La presidente ribadisce di “credere nella fusione tra le due società, operazione delicata che richiede il massimo della trasparenza e delle necessarie verifiche di convenienza”, ma smentisce “categoricamente”, che sarebbero disponibili da subito 5 milioni di euro di fondi accantonati attraverso la fusione, “perché gli accantonamenti non si possono utilizzare per le spese correnti, senza contare che non si tratta di una cifra cash”.
“Dare l’idea di sprecare tempo è offensiva verso chi crede in questo obiettivo – chiarisce la Capodagli -. L’atto di indirizzo, ad esempio, era stato condiviso tra le due società e predisposto in una prima bozza già a novembre scorso. Il documento finale, però, ha dovuto fare i conti con la legge di stabilità, approvata il 23 dicembre, e due decreti della Regione Marche, del 22 e 29 dicembre, che ci hanno costretto ad affinarlo: nessun ritardo, dunque, ma un approfondimento che avevamo l’obbligo di fare”.
Sul tema dei costi (“100 mila euro buttati”), ecco i numeri reali: la spesa finora sostenuta da Aset SpA è stata di 118 mila euro, “ma ben 98mila sono il costo della relazione del perito scelto dal magistrato – e non da Aset – lo prevede la legge, in quanto alcuni comuni soci non hanno scelto la modalità di fusione semplificata. Null’altro sarà nuovamente richiesto quando la fusione andrà in porto”. La cifra rimanente è stata spesa per il consulente in materia fiscale e civilistica.
Per Pubblitecnica, che aveva redatto un piano industriale che si esauriva alla fine del 2014, “la spesa è stata sostenuta dal Comune di Fano all’interno di una collaborazione più ampia e pluriennale, sottoscritta dalla precedente amministrazione”.
Serve un advisor? “Sì, perché è il garante terzo rispetto agli interessi, considerevoli e legittimi, dei soci che intendono riposizionare ed aggregare le società”. Può esserlo ancora Pubblitecnica? “E’ una scelta che Aset non può fare ‘motu proprio’ – spiega la presidente – proprio per quel principio di trasparenza di cui il M5S è paladino: ci sarà una gara per l’affidamento del mandato, che, come dice la legge, sarà aperta ad almeno 5 operatori sul mercato”.
ASET SPA

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