Dipendenti comunali, nelle Marche persi 861 posti di lavoro

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MARCHE – “La IFEL Fondazione Anci ( Istituto per la finanza e l’economia locale) ha nei giorni scorsi pubblicato il report con i dati relativi ai dipendenti comunali di tutta Italia al 31 dicembre 2013, su dati del Ministero Economia e Finanza 2015. Dai dati elaborati, dall’Ufficio Studi Fp Cisl Marche, risulta una situazione molto preoccupante per i dipendenti dei comuni marchigiani ma anche per quelli di province e regioni. Se nel 2011 i dipendenti comunali marchigiani ( esclusa la dirigenza ) erano 11.116, nel 2012 sono calati a 10.316, nel 2013 a 10.255. Di fatto in due anni si sono persi 861 posti di lavoro frutto del sostanziale blocco delle assunzioni. Di fatto se nel 2011 vi erano 7.08 lavoratori comunali ogni mille abitanti, nel 2012 sono scesi a 6.68 ogni mille abitanti, nel 2013 a 6.60 ogni mille contro una media nazionale di 6.89 ogni mille. Cala il costo del lavoro medio lordo annuo che passa dai 38.112 euro del 2011 ai 37.293 del 2012 sino ai 37.030 del 2013 a causa del blocco della contrattazione sia a livello nazionale e spesso anche aziendale, oltre ai tagli effettuati sul salario accessorio compiuto da molte amministrazioni locali. Nelle Marche risulta anche più bassa, rispetto alle altre regioni, la presenza di dipendenti comunali donne, rispetto agli uomini, con il 49% del totale contro una media nazionale del 53.2%. I lavoratori a tempo pieno sono il 90,9% del totale mentre tra quelli in part -time prevalgono, al contrario di altre regioni italiane, gli uomini sulle donne, come anche nei pochi casi attivati di telelavoro ( solamente 5 su 310 a livello nazionale ). La Regione Marche con i suoi 1412 dipendenti è leggermente sopra la media nazionale ( 0.94 dipendenti ogni mille abitanti contro la media nazionale di 0.74 ), mentre il costo del personale è decisamente più contenuto ( 44.743 euro medie lorde rispetto alla media nazionale di 54.532 ). I dipendenti delle cinque province nazionali risultano essere, a fine 2013, 2187 con una media regionale leggermente più elevata ogni mille abitanti ( 1.41 contro 0.91 nazionale ), ma anche qui con uno stipendio medio annuo più basso ( 37.608 euro lorde annue contro 41.669 euro lorde annue di media nazionale). Se in Regione la presenza femminile è più bassa rispetto alla media nazionale ( 49.3 % del totale contro una media nazionale del 50.6%,) le province sono l’unico settore ove la presenza femminile nelle Marche è maggiore di quella nazionale ( 46.3% contro 44.3% nazionale ).
Sostanzialmente stabile il ricorso nei vari settori del personale “flessibile” che si attesta intorno al 6.6% del totale ( 681 unità nei comuni ), ed anche in questo caso la presenza femminile non è elevata ( 45.4% nelle Marche contro una media nazionale del 57.7%). Per quanto concerne l’elevato avanzamento anagrafico dei lavoratori si osserva che prevalgono, a fine 2013, i dipendenti tra i 56 – 60 anni, in tutte le classi di ampiezza demografica ( intorno 25% ), mentre nella classe di età 40 -44 anni si osservano percentuali superiori alla media nelle amministrazioni dei comuni di piccole o medie dimensioni. Circa il 57% dei dipendenti è in possesso di diploma di scuola media superiore, mentre circa il 20% dei lavoratori è laureato.
In sintesi continua il calo dei dipendenti comunali ed il loro contestuale invecchiamento, trend destinato ad aumentare stante le politiche di blocco del personale perseguite dai Governi anche nel 2014 e 2015. In calo anche le retribuzioni che seguono un trend negativo iniziato nel 2010 con il blocco della contrattazione nazionale e le politiche di “tagli” avviate da molte pubbliche amministrazioni locali”.

Il Segretario Generale Fp Cisl Marche Luca Talevi

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