Caso Grizzly, Spazio Autogestito Grizzly: componiamo il puzzle mettiamo insieme i pezzi.

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Mettiamo in fila i fatti: proviamo a ricostruire quello che è successo a partire da sabato 19 settembre allo Spazio Autogestito Grizzly per comprendere nel migliore dei modi quello che, se preso isolatamente, appare solo come un fatto, se contestualizzato nel modo adeguato assume tutt’altra rilevanza e fa trasparire tutte le implicazioni che il fatto porta con sè.
IL CONTESTO: Sabato 19 settembre erano in corso le iniziative allo Spazio Autogestito Grizzly del secondo giorno del festival dell’editoria indipendente organizzato dalla Libreria Indipendente Colonna 130. Un festival di tre giorni che prevedeva dibattiti, presentazioni di libri, laboratori per bambini e tanto altro. Un festival, giunto alla seconda edizione, a cui diamo un bilancio molto positivo per la qualità dei dibattiti, per la tanta partecipazione e per la volontà dei tanti che sono intervenuti per confrontarsi, discutere e mettersi in gioco. Cogliamo quindi l’occasione per ringraziare tutte le persone che sono intervenute e soprattutto i tanti “ospiti”che hanno animato i dibattiti.
IL FATTO: Sabato sera, verso le 21 30 si sono presentati al Grizzly in forze carabinieri, polizia, guardia di finanza e nas. Sono intervenuti con diverse pattuglie e macchine in borghese, almeno sette, che hanno bloccato la strada. Basterebbe lo spropositato numero per rendere il fatto assolutamente surreale, una farsa più che una tragedia; ma non è assolutamente finita qua. Le forze dell’ordine si sono presentate con fare molto arrogante e nervoso, pretendendo di verificare i documenti di tutti i presenti, oltre 100 persone, in maniera assolutamente arbitraria.
Non capiamo perchè le persone presenti in uno spazio pubblico, l’esterno del Grizzly, demaniale o comunale che sia, che si aggregano per una serata debbano essere intimidite in questo modo. Ovviamente l’incolumità totale delle persone che vivono lo spazio è per noi fondamentale e sabato sera lo abbiamo dimostrato cercando di tutelare tutte e tutti i presenti senza cedere alle provocazioni. Non è questo il punto comunque e non vogliamo dilungarci troppo sulla dinamica della serata. Mentre questo show si cosumava tra l’incredulità e l’indignazione di tutti i presenti, un ispettore del nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma) è stato accompagnato all’interno dello Spazio Grizzly per accertamenti. Il controllo, come riportato sul verbale, non ha registrato nessuna irregolarità, nè tantomeno la presenza di strutture che facessero pensare ad attività commerciali di nessun tipo.
Quello che ci preme sottolineare però è altro, perchè riesce a mostrare in contro luce i veri obiettivi di quel dispiegamento di forze che vediamo all’opera, solamente e non sempre, in situazioni di estrema gravità e pericolo.
OBIETTIVI: I controlli erano mirati a scoprire le prove di un attività commerciale camuffata, così ci è stato detto dalle forze dell’ordine. Oltre all’esito assolutamente negativo dell’ispezione in questo senso, che basterebbe di per sè a dimostrare l’insensatezza della cosa, aggiungiamo il vero motivo.
Lo Spazio Autogestito Grizzly non ha nessuno scopo di lucro; nessuno guadagna dall’iniziative che vengono portate avanti; gli spazi sociali non fanno concorrenza a nessun esercizio commerciale, e questo per un semplice motivo. Noi siamo una realtà sociale, culturale e politica e tutte le attività che riusciamo a portare avanti, in maniera autorganizata e autogestita, sono il risultato dell’autofinanziamento, libero e volontario, di tutte le persone che danno dignità e importanza a quello che proviamo a costruire. Eccolo il vero motivo allora: appiattire tutta la ricchezza delle relazioni e dei legami sociali e politici che costruiamo in una gabbia amministrativa e burocratica. Depotenziare e annullare una realtà politica sostenendo che in realtà è un esercizio commerciale che fa profitto. Eccoci arrivare al secondo motivo allora: la teatralità, la sproporzione di forze messe in campo sabato avevano uno scopo ben preciso, che tra l’altro è sfuggito ad un carabiniere durante la serata. A questo punto è necessaria una piccola premessa: a breve tutta l’area del parco passerà, come già votato dalla giunta comunale, a titolo non oneroso, cioè gratuitamente, nella disponibilità del comune. Noi abbiamo da sempre mostrato la disponibilità a sederci ad un tavolo per avviare un percorso con il comune per discutere la possibilità di trovare un accordo sulla nostra posizione. L’intervento di sabato sera, nelle intenzioni di chi lo ha portato avanti, era proprio quello di minare la basi di una posssibile interrelazione con il comune volta a trovare una soluzione.
Obiettivo primario era quello di iniziare una caccia alle streghe mascherata per imporre una narrazione tossica in città che prova a toglierci consenso e trasformare una questione politica in una faccenda di carattere amministrativo. Per dirla più semplicemente possibile: obbligare il comune a non sedersi ad un tavolo con noi, perchè, altro che attività sociali e culturali, là si fanno soldi dando illegalmente da bere e da mangiare; altro che attività politica, quello è uno spazio di cui devono occuparsi solamente le forze dell’ordine. Svelare il carattere intimamente politico di quello che è successo è importante per capire meglio le considerazioni e le prese di posizione che si sono succedute dopo sabato. Prima di farlo, però, spazziamo il campo da ogni possibile equivoco e fraintedimento. Dire di essere disponibili al confronto ed al dialogo è possibile solo se si ha un interlocutore con le stesse intenzioni e questo noi non lo sappiamo e non è nostro compito dirlo. Svelare che nell’intervento di sabato ci sono oggettive motivazioni politiche di fondo non significa prendere la parte di qualche partito politico, siamo due cose assolutamente differenti nelle pratiche, nelle lotte e nel pensiero. Al contrario significa registrare come ancora una volta si prova a screditare ed infangare gli spazi di libertà e di autonomia che si creano fuori dalle dinamiche dei palazzi per i miseri interessi di qualche politico di turno e per la paura che suscita nei vecchi arnesi della politica, corrotti e incompetenti, la possibilità reale di fare politica dal basso.
CONSIDERAZIONI SPARSE: Prendiamo parola pubblicamente dopo qualche giorno, in cui, in maniera assolutamente scontata, prevedibile e noiosa è andato in scena il balletto dei partiti politici.
Noi ci posizionamo assolutamente fuori da questa retorica ripetizione delle cose dette, sempre le stesse,d’altra parte, per provare a fare qualche considerazione di carattere generale e parlare di quello che ci riguarda e ci interessa, non certo delle diatribe tra partiti per la spartizione di qualche poltrona.
In un comunicato le opposizioni tutte chiedono che quel posto venga riportato alla legalità e che l’esperienza del Grizzly, che ha valorizzato, riqualificato e riaperto un posto abbandonato al degrado da anni, compito che spetterebbe a chi governa la città, venga cancellata e azzerrata per fare un bando pubblico su quel posto. Come al solito ci si ricorda dei luoghi pubblici abbandonati solo quando questi vengono, dal basso, attraverso l’organizzazione autonoma di chi abita i territori, fatti rivivere. Finche erano chiusi e completamente degradati a nessuno interessavano. Ma veniamo a noi
Il carrozzone delle opposizioni a prima vista è variegato al suo interno, ma forse in realtà sono molto più simili di quanto sembri, nonostante qualcuno si proclami nuovo e diverso dalla vecchia politica. In questi mesi in cui a Fano, come in tutte le altre città delle Marche abbiamo contribuito a costruire i coordinamenti territoriali contro lo scempio delle trivellazioni in terra ed in mare nel nostro territorio, abbiamo incontrato alcuni sensibili attivisti della base di una di quelle forze politiche che oggi, ma non solo oggi, ci attacca frontalmente. A questo punto vorremmo fare notare alcune cose.
In molti territori italiani, Marche comprese,le battaglie per la difesa del territorio, della democrazia e dei beni comuni vengono portate avanti, spalla a spalla, da centri sociali, comitati, e attivisti 5 stelle, che, avendone incontrati tanti, possiamo dire con certezza, non sbandierano mai il feticcio della legalità, ma si battono per ottenere la giustizia sociale ed ambientale, cosa molto diversa. Non hanno nessun problema a fare assemblee negli spazi occupati, che vedono come presidi di democrazia, diretta e dal basso; non si pongono questi problemi perchè non hanno, a differenza di alcuni paladini della legalità nella nostra città, poltrone da spartirsi o tatticismi da portare avanti con quella vecchia politica che dicono di combattere, ma con cui in realtà si alleano. La stessa vecchia politica che ha governato la nostra città da dieci anni: alla faccia del nuovo che avanza. La differenza sostanziale sta nel fatto che molti attivisti sanno riconoscere la distanza che passa tra legalità e giustizia sociale. Sono assolutamente consci, cioè, del fatto, che le grandi o piccole conquiste si ottengono andando contro la legalità vigente per cambiare lo stato di cose presenti. E poi non è stato proprio il vostro leader supremo Beppe Grillo, personaggio a noi molto distante e con cui non abbiamo niente da spartire per le sue ambiguità di fondo, a violare i sigilli posti dalla magistratura alla baita in Clarea in Val di Susa perchè ritenuta abusiva?
In conclusione vogliamo dire, provando a tirare le somme, che l’operazione della paura di sabato non ha assolutamente funzionato e non ha intimidito noi, le tante persone presenti quella sera, ma soprattutto i tanti uomini e donne, giovani e non, con cui abbiamo parlato in questi giorni.
Non sappiamo come andrà a finire questa storia, però abbiamo assolutamente chiaro come andrà avanti. Teniamo a ricordare che non sono quelle quattro mura a rendere possibile l’esperienza dello spazio Grizzly e che la nostra lotta politica e sociale non sarà fermata da nessun tipo di ostacolo. Comunque noi difendiamo i nostri spazi di libertà e di autonomia politica e non dobbiamo chiedere scusa per questo, perchè sappiamo che in un presente di barbarie culturale e politica non possiamo rinunciarvi. Creare percorsi di autorganizzazione che possano esprimersi liberamente, costruire pensiero critico e tessere relazioni e legami sui territori è una necessità fondamentale per riuscire a contrapporci ad una vita di miseria e povertà che ci vogliono imporre e per combattere una politica, quella con la p minuscola dei palazzi, fatta solo di intrighi, corruzione e interessi personali.
Spazio Autogestito Grizzly

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