Carnevale, Gerboni: “Investire più soldi nei carri”

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FANO – “Finalmente la montagna ha partorito il topolino dopo varie considerazioni alcuni fanesi che si dicono esperti di feste e di spese per le feste, mentre sono in festa e parlano di feste , hanno proposto l’unificazione di Fano jazz e del carnevale due cose opposte che sono solo unite a New Orleans , da lì l’ideona di unirle e del gemellaggio. Ci sta bene tutto in questo periodo di crisi e di feste, si canta sempre più ,si balla sempre più, ma nessuno pensa a come uscire dalla situazione di crisi, fra tutte le cittadine della riviera si fa a chi fa più feste a chi fa più sballi, e purtroppo si muore anche.
Ora a Fano il jazz non è nato ne ieri ne l’altro ieri, ed anche se si vuol forzare il ricordo e portarne la nascita nell’altro ieri, bisogna ricordare che il Fano jazz è nato con l’Umbria jazz che ha portato idee e artisti a Fano con grande successo nel corso degli anni e che ha riverberato stagioni jazzistiche in tutte le Marche. Precisamente il jazz è stato sempre espressione estiva e quindi bisogna stare attenti ad equipararlo al carnevale invernale un connubio antistagionale che sicuramente avrà dei frutti negativi.
La manifestazione estiva e in costume per eccellenza che ha avuto grandi successi a Fano è la “Fano dei Cesari “ con la corsa delle bighe che purtroppo in questi ultimi anni ha avuto una mancanza di fondi e organizzazione , ma che con un buon progetto e spese contenute si può sempre ripetere .
Purtroppo l’enfasi ci frega e stare con i piedi per terra è sempre più difficile, vorrei consigliare ai responsabili che il passo più lungo della gamba potrebbe portare a conseguenze negative come è stato in passato. Si possono fare considerazioni per es. distinguere le due manifestazione è anche opportuno per i finanziamenti , chiedere un finanziamento per due manifestazioni insieme è più riduttivo che chiederne per due separatamente e in due stagioni diverse.
Ci sono anche considerazioni di carattere artistico che non possono essere lasciate ai soli carristi che sono bravi e fanno grandi sacrifici, ma che col passare degli anni hanno bisogno di rinnovarsi ed è per questo che dovrebbero esser investiti più soldi nei carri e meno nel contorno della manifestazione.
E’ vero che anche il carnevale di Viareggio patisce 5 milioni di debiti e la carnevalesca sembra di no, quindi spazio con i privati e con sovvenzioni pubbliche ci sono ancora”.

Gabriele Gerboni

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