Attentato incendiario, l’imprenditore Santilli rompe il silenzio

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FANO – Dopo l’attentato incendiario alla sua auto, l’imprenditore Gianfranco Santilli prende parola con una nota. In seguito il testo integrale. 

Non amo assolutamente la visibilità personale e la vicenda di cronaca, riguardante l’incendio della mia auto, mi ha messo – mio malgrado – in una situazione di disagio personale. Innanzi tutto, vorrei dire che si tratta di una vicenda molto marginale: è diventata eclatante perché sono un imprenditore conosciuto e ho un ruolo all’interno dell’Associazione dei Costruttori di Confindustria. Sono convinto, infatti, che la crisi dell’edilizia non solo sta facendo scomparire centinaia di aziende, ma sta esasperando le persone che, a seconda delle situazioni, sono vittime o protagonisti di episodi, anche più gravi rispetto a quello che mi è accaduto, che magari non trovano spazio sui media. Ecco perché vorrei riportare questa vicenda in una collocazione più giusta: certamente si tratta di un fatto di cronaca, materia delle autorità inquirenti, ma è soprattutto un segnale di forte disagio delle persone, che siano esse imprenditori o collaboratori delle imprese, che non vedono la fine di questa crisi, alle quali non sono offerti rimedi; in pratica, il lavoro si sta praticamente azzerando e quel poco che c’è lo si deve fare a prezzi così bassi da mettere ulteriormente in crisi le aziende del settore. A catena, c’è una sofferenza senza fine, che andrebbe affrontata con grande rapidità e con rimedi strutturali. Da questo punto di vista, mi ha fatto estremamente piacere ricevere dal presidente di Confindustria, Gianfranco Tonti, e dai vertici dell’Associazione e dell’Ance sentimenti di preoccupazione e di solidarietà: sono atteggiamenti che considero non formali, perché mai come in questo momento il ruolo delle Associazioni può essere decisivo per pungolare, a tutti i livelli, chi è chiamato a fare scelte perché l’edilizia di questa provincia abbia un futuro. Mi sto riferendo, in particolare, alla difficoltà di accesso al credito e allo scarso senso di legalità che si riscontra nella riscossione dei crediti: problemi che stanno diventando cronici e che contribuiscono a mettere le aziende in ginocchio.

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