11 febbraio Giornata Mondiale del Malato. “Crescere in santità servendo il sofferente”

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FANO – È stato san Giovanni Paolo II a istituire nel 1993 la Giornata del Malato perché le persone che portano il peso della croce fisica o morale sentissero attorno a sé la comunità credente unita con la preghiera e il servizio.
Per la Giornata Mondiale del Malato di questo anno 2015 papa Francesco, rivolgendosi a tutti i cristiani ma in particolare a “chi porta il peso della malattia ed è in diversi modi unito alla carne di Cristo sofferente; come pure ai professionisti e volontari nell’ambito sanitario”, invita a percorrere un cammino di santificazione nel servizio ai bisognosi imitando Giobbe che affermava: “Mi sono fatto occhio per il cieco e piede per lo zoppo” e soprattutto Gesù che ha detto “Io sto in mezzo a voi come colui che serve”. Il tempo passato accanto al malato anche se silenzioso, afferma il papa, è un tempo santo perché lode a Dio e risposta alla donazione assolutamente gratuita di Dio ed è testimonianza non con le parole ma con la vita radicata in una fede genuina. A loro volta le persone immerse nel mistero della sofferenza e del dolore, accolto nella fede, sono testimoni viventi di una fede che permette di abitare la stessa sofferenza, benché l’uomo con la propria intelligenza non sia capace di comprenderla fino in fondo.
Da qui l’invito di papa Francesco a “superare l’assillo dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, per assumere la dimensione della gratuità, del prendersi cura, del farsi carico dell’altro”, che nella malattia porta le piaghe che sono rimaste impresse nella carne gloriosa di Gesù risorto a significare l’aspetto positivo o salvifico della sofferenza. Lo aveva sottolineato anche Giovanni Paolo II nel documento “Salvifici doloris”, un dolore che dà salvezza, come appunto quello di Gesù crocifisso che ha preso su di sé le sofferenze interiori e fisiche di ogni persona. A questo mistero di dolore salvifico, specie se innocente, le persone sane e credenti aggiungono il valore della carità nel servizio professionale o nella gratuità del volontariato, mostrando al mondo l’inviolabile dignità della persona umana anche quando sembra totalmente incosciente perché avvolta nella spirale di uno stato vegetativo.
L’invito di papa Francesco è rivolto a tutti i cristiani. La XXIII Giornata Mondiale del Malato ci aiuti a crescere nella fede e nella carità per diventare occhio, mani, cuore con delicatezza e generosità, condividendo il tempo della vita, concessoci da Dio giorno per giorno, con coloro che nella propria carne vivono il limite della natura umana. E l’esperienza di servizio anche di un solo giorno ci stimoli a donare ancora tanti altri giorni fino a perseverare nel dono di noi stessi pur se il servizio al bisognoso diventa faticoso e pesante.

p. Silvano Bracci
Direttore Ufficio Diocesano
della Pastorale della Salute

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